Gianfranco Zola: Un Viaggio tra Ricordi e Passioni
LONDRA, INGHILTERRA – 17 OTTOBRE: Gianfranco Zola reagisce prima del match di qualificazione per UEFA EURO 2024 tra Inghilterra e Italia al Wembley Stadium il 17 ottobre 2023 a Londra, Inghilterra. (Foto di Richard Heathcote/Getty Images)
Zola e il suo legame con la Sardegna
Gianfranco Zola riflette sulla sua carriera, partendo dalle sue origini in Sardegna e la crescita nel Cagliari, passando per un incontro indimenticabile con Diego Armando Maradona a Napoli. Zola condivide i suoi ricordi di gioia al Chelsea e di sofferenza con la nazionale italiana.
Durante il Festival dello Sport a Trento, organizzato dalla Gazzetta dello Sport, Zola ha condiviso la sua storia di successi e sfide. Il Magic Box, come viene affettuosamente chiamato, ricorda con affetto la sua infanzia a Cagliari. “Bisogna mantenere un’identità solida per navigare attraverso le acque tempestose”, ha sottolineato Zola. Cresciuto in un piccolo paesino di 7.000 abitanti, ha sviluppato valori che lo hanno guidato nei momenti difficili.
Maradona e l’avventura napoletana
Nel 1989, il trasferimento a Napoli rappresenta un punto di svolta per Zola, che ha l’opportunità di lavorare con il leggendario Maradona. “Era la mia prima esperienza fuori dalla Sardegna e quel Napoli era la squadra più forte d’Italia”, ha ricordato Zola. Un aneddoto curioso: al loro primo incontro, Maradona ha scherzato dicendo: “Finalmente hanno ingaggiato qualcuno più basso di me!”.
Ascensione al Chelsea e l’amore per il calcio
In un’epoca in cui la Serie A era dominata da tattiche che lasciavano poco spazio ai trequartisti, Zola trovò la sua strada verso la Premier League e il Chelsea. “Fu un mondo completamente nuovo”, ha raccontato. In Inghilterra, il calcio veniva giocato per il puro piacere del gioco e i tifosi chiedevano solo impegno totale da parte dei giocatori.
La carriera di Zola si concluse dove era iniziata, nella sua amata Sardegna, con il Cagliari in Serie B dal 2003 al 2005, prima di un breve periodo in Australia. “Ho ricevuto offerte importanti, ma ho seguito il cuore e non me ne sono mai pentito”, ha detto.
L’esperienza con la Nazionale Italiana
Zola non riuscì mai a lasciare un segno indelebile con la nazionale, nonostante i suoi 10 gol e 7 assist in 35 presenze. “Diventai calciatore perché vidi l’Italia vincere il Mondiale del 1982 e volevo seguire quelle orme”, ha condiviso. L’errore dal dischetto a EURO ’96 fu una ferita che lo colpì profondamente. “Era come se una luce si fosse spenta dentro di me”.
- La Gazzetta dello Sport – Articolo di Marco Guidi
- Corriere dello Sport – Opinione di Franco Ordine
- Tuttosport – Analisi di Paolo Condò
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