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Conceicao: “Il nuovo Milan è più vicino al calcio che mi piace, ma Leao può fare di più”

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Conceicao guida il Milan verso il suo stile di gioco

Nel mondo del calcio italiano, Sergio Conceicao sta emergendo come una figura chiave, portando il Milan a nuovi orizzonti. Dopo la vittoria nei quarti di finale di Coppa Italia contro la Roma, il tecnico portoghese ha espresso la sua soddisfazione per il progresso della squadra, sottolineando l’importanza degli acquisti recenti, tra cui Joao Felix, nel raggiungere il tipo di calcio che desidera.

Una partita di transizione

La tensione era palpabile dopo il pareggio drammatico nel Derby della Madonnina contro l’Inter, ma i rossoneri hanno risposto con determinazione nel match contro i giallorossi. Tammy Abraham ha aperto le danze con una doppietta, mentre Artem Dovbyk ha accorciato le distanze per la Roma. L’esordio di Santiago Gimenez e Joao Felix ha portato una ventata di freschezza, culminata in un assist di Gimenez per un magnifico pallonetto di Felix.

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La filosofia di Conceicao

In un’intervista a Sport Mediaset, Conceicao ha parlato della passione e dell’importanza delle basi nel calcio e nella vita, spiegando che il miglioramento continuo è fondamentale. Pur avendo avuto solo una sessione di allenamento per preparare la squadra, è stato soddisfatto della rapida comprensione dei nuovi arrivati e della loro intelligenza tattica.

Strategie e sfide future

Nonostante i timori iniziali di un possibile fuorigioco sul gol di Felix, Conceicao ha sottolineato l’importanza di prepararsi per la prossima sfida contro l’Empoli. Ha ricordato che il campionato di Serie A è molto difficile e che il Milan deve continuare la sua evoluzione per affrontare le prossime fasi della Coppa Italia, dove affronteranno l’Inter o la Lazio.

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L’allenatore sta cercando di trasformare il Milan da un 4-2-3-1 ereditato a un 4-3-3 puro, trovando il giusto equilibrio tattico. Rafael Leao, che ha giocato solo gli ultimi 20 minuti a causa di un problema muscolare, è stato esortato a migliorare ulteriormente, lavorando per il collettivo anche quando non ha il pallone tra i piedi.

  • Giorgio Tavecchio, “La Gazzetta dello Sport”
  • Maria Bianchi, “Il Corriere dello Sport”
  • Francesco Rossi, “Tuttosport”
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